È evidente che il problema terremoto, in Italia, costituisce una questione seria e da non sottovalutare e i recenti eventi sismici, che continuano a ripetersi anche in questi giorni creando il panico tra gli abitanti del centro Italia, lo dimostrano.
Nel nostro paese, secondo dati diffusi dal Consiglio nazionale dei geologi, le persone che abitano in zone ad alto rischio sismico sono almeno 24 milioni. Eppure, la questione dei risarcimenti non è affrontata come si dovrebbe.
Alcuni pensano che lo Stato sia tenuto a risarcire, sempre e comunque, ma non è così e chi ha vissuto in primo piano le esperienze disastrose di un terremoto, purtroppo, lo sa bene.
Spesso le persone “se la devono cavare da sole”.
In Italia non esiste, infatti, quella sinergia tra pubblico e privato che aiuta i cittadini a mettersi al riparo dai danni provocati dalle calamità naturali e anche su questo aspetto il nostro paese resta indietro rispetto a quanto avviene altrove.
In molti paesi UE, infatti, è previsto che lo Stato debba entrare in gioco solo in caso di eventi davvero eccezionali, mentre i danni come regola generale sono pagati dalle assicurazioni con le quali è obbligatorio o quasi stipulare delle polizze.
Dopo il sisma del 24 agosto, invece, l’agenzia di rating Fitch ha stimato che in Centro Italia l’intervento delle assicurazioni sarà limitato, perché la copertura assicurativa è davvero bassa.
Le polizze anti-terremoto
In ogni caso, non può negarsi che anche nel nostro paese l’introduzione di assicurazioni obbligatorie anti-terremoto è stata più volte oggetto di discussione. Anzi: quando nel 2012 fu riformata la protezione civile, in sede di bozza l’obbligo fu introdotto. E poi depennato durante l’esame parlamentare.
L’idea allora partorita era quella di ridurre l’intervento statale diretto e introdurre dei regimi fiscali agevolati sui premi.
Nel 2014, dopo le alluvioni che hanno afflitto il nord Italia a novembre, se ne è riparlato, ma ancora una volta con l’unico risultato di un semplice dibattito e senza giungere a nulla di concreto.
Chi paga i danni?
In conclusione, in caso di calamità, oggi i danni non sono pagati dallo Stato direttamente ai cittadini né questi debbono obbligatoriamente assicurarsi.
Se però viene decretato lo stato di calamità naturale per il risarcimento è possibile attingere ai fondi a tal fine stanziati nelle leggi di stabilità, incrementati (come avvenuto quest’anno) da stanziamenti di emergenza in caso di bisogno. Questi, poi, vengono distribuiti dagli enti territoriali a chi ne ha fatto richiesta come contributo (a seconda dei casi) totale o parziale per la ricostruzione, dopo procedure lente e complesse e previa individuazione dei criteri volti a selezionare chi ha effettivamente diritto al risarcimento tra coloro che ne hanno fatto richiesta e chi, invece, pur avendo subito danni resta fuori.